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NOTE SUL PROGRAMMA
Il programma vede l’esecuzione dell’Elegia di Fauré op.24, un brano ispirato a un lirismo profondo, intensamente espressivo, probabilmente il più popolare del compositore francese. La forma è semplice, ma accuratamente strutturata. Un lamento espressivo del violoncello, dal grande potere di fascinazione, è sostenuto da accordi funebremente ribattuti dal pianoforte; poi una parte centrale, più dolce, esprime un tema effusivo presentato dal pianoforte e avvolto da un tessuto di arpeggi, che culmina in una sorte di veemente cadenza prima che si faccia ritorno al funereo lamento iniziale. Il tema della parte centrale viene riutilizzato nella coda conclusiva, che porta il brano a spegnersi nel nulla.
A seguire il Quintetto per pianoforte n.2 op.81 di Dvoràk, riconosciuto tra i maggiori capolavori del repertorio ed oggi uno dei brani cameristici più eseguiti, un’opera che, pur all'interno di una struttura piuttosto tradizionale, trae spunto nei suoi temi da vari elementi della musica del folclore slavo, in un’equilibrata sintesi fra colto e popolare. Il primo movimento, caratterizzato da grande forza comunicativa, alterna espressioni vigorose e appassionate a momenti lirici e contemplativi. Nel secondo movimento è una Dumka, canto popolare russo-slavo a carattere elegiaco. Una veloce danza popolare boema è invece il terzo movimento, indicato come Furiant, la cui parte finale, impetuosa, aggressiva, prelude alla Polka dell’ultimo movimento, spensierato e vivace.
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