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DOMENICA 26 LUGLIO 2015, ORE 20.45
TEATRO ZANCANARO, SACILE
TRIESTE WIND ORCHESTRA PROJECT - TWOP in CONCERTO
Direttore: Simon Perčič
“L’amore per la libertà”
Programma
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
(arr. Gustav Holst)
Bach's Fugue à la Gigue
Julius Fučík (1872-1916)
Miramare overture
Alfredo Casella (1883-1947)
(arr. Forcellati Dante)
Italia Op.11
Fabián Pérez Tedesco (1963)
Emilija
Karina Oganjan, soprano
Arvo Pärt (1935)
Cantus in Memoriam Benjamin Britten
Rogier van Otterloo (1941-1988) / Koos Mark (1944)
Soldaat van Oranje
James Barnes (1949)
Symphony N°3 (The Tragic)
3.mvt (For Natalie)
Charles Ives (1874-1954)
(arr. Jonathan Elkus)
The Circus Band
Karina Oganjan, soprano
Trieste Wind Orchestra Project (TWOP) è un nuovo progetto orchestrale internazionale di alta qualità, creato in stretta collaborazione con studenti e insegnanti del Conservatorio di Trieste, che prevede la partecipazione di musicisti professionisti provenienti da Italia e Slovenia. L’orchestra di nuova costituzione avrà una struttura bipolare che offrirà una nuova e ampia varietà di programmazione, progetti innovativi, ensemble da camera interessanti e originali, ma soprattutto una grande orchestra di fiati. Il cast internazionale di studenti e musicisti professionisti avrà il compito di promuovere e valorizzare il processo di apprendimento, ponendo le basi per una nuova piattaforma musicale dedicata ai futuri musicisti professionisti. Nuove composizioni, brani musicali originali e una linea programmatica innovativa saranno il vento creativo che gonfierà le vele della giovane orchestra di fiati TWOP. Il direttore musicale dell'orchestra è Simon Perčič.
Simon Perčič (1979) si è diplomato in trombone presso l'Accademia di Musica di Lubiana, perfezionandosi successivamente con maestri quali R. Bobo, C. Svanberg, A. Mazzucco, L. Zanella, B. Slokar, S. Mead e B. van Dijk. In qualità di strumentista ha collaborato con l'Orchestra Filarmonica Slovena e l'Orchestra Sinfonica della Radiotelevisione Slovena. Ha studiato direzione d'orchestra con maestri del calibro di J. Cober, F. Cesarini, F. Hauswirth, C. Pirola (ISEB), M. Heron e J. van Steen (RNCM), G. Pehlivanian, D. Bostock e J. Panula (Scuola di Musica di Fiesole). In qualità di direttore d'orchestra è stato ospite di festival internazionali in Portogallo, Francia, Lettonia, Spagna, Germania, Colorado (USA), Gran Bretagna, Brasile, Italia, Polonia, Austria, Serbia e Nagorni Karabakh. In Slovenia è stato direttore artistico e musicale dell’Orchestra di fiati di Komen, dell’Orchestra di fiati dell’Università di Lubiana, dell’Orchestra di fiati di Vevče, dell’orchestra dell’OrkesterkamP e dal 2010 dell’orchestra NOVA Filharmonija. In Italia è stato direttore della Civica Orchestra di Fiati “G. Verdi” di Trieste e, attualmente, del TWOP - Trieste Wind Orchestra Project, con il quale si esibirà alla prestigiosa rassegna “Promenadenkonzerte” di Innsbruck (2015). Da cinque anni è direttore dell’orchestra sinfonica giovanile NOVA Filharmonija, il cui repertorio spazia dalla musica sinfonica e operistica alle colonne sonore. Oltre ai numerosi premi ottenuti con le sue orchestre in concorsi nazionali e internazionali, è attivo nella promozione della musica orchestrale, in particolare attraverso la commissione di nuove composizioni. Simon Perčič è il direttore artistico e musicale del festival internazionale e del corso orchestrale estivo OrkesterkamP (Slovenia) nonché del concorso internazionale e festival Svirel. Il suo modo di intendere la musica, pieno di entusiasmo e innovazione, pone particolare attenzione al lavoro con i giovani musicisti con l’obiettivo di sperimentare, attraverso programmi da concerto e performance originali, nuove vie e dirigere lo sguardo verso un nuovo futuro musicale.
Karina Oganjan, nata a Riga, Lettonia, ma di origini armene e tatare, ha iniziato gli studi musicali con il violino. La passione per il canto lirico l’ha in seguito portata in Italia dove ha conseguito il diploma presso il Conservatorio “J. Tomadini” di Udine e il diploma accademico di secondo livello presso il Conservatorio “G. Tartini” di Trieste. La curiosità per le diverse forme musicali, la porta a spaziare dal repertorio contemporaneo a quello popolare. Si è esibita assieme ai virtuosi di duduk Djivan Gasparyan e Djivan Gasparyan jr. al Mittelfest di Cividale. Sempre con repertorio armeno e tataro è stata ospite delle stagioni del Teatro Comunale di Monfalcone, dell’Università Normale di Pisa – entrambi in trio con C. Rojac alla fisarmonica e F. Zigante alla chitarra – e dell’Auditorium Parco della Musica di Roma assieme ai Solisti dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia. Per quanto concerne la musica contemporanea è stata interprete di composizioni in prima esecuzione assoluta quali: “Ich ewiges Kind” per voce e fisarmonica di G.Coral in duo con C.Rojac (Teatro Comunale di Monfalcone), “As innocent as June” di M.Montalbetti assieme all’ensemble “Sentieri Selvaggi” diretto da C. Boccadoro (Teatro Comunale di Monfalcone) e l’opera “Cappuccetto Rosso” di C. Boccadoro, con la regia di F. Esposito (Teatro Comunale di Modena). Ha cantato con l’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto “Folk Songs” di L. Berio, “Three Songs from William Shakespeare” e “Les Noces” di I. Stravinsky; ha interpretato ruoli come Seconda Donna e Prima Strega (Dido and Aeneas di Purcell), Criside (Satyricon di Maderna), Prima Dama ( “Un altro Flauto Magico” tratto dal Flauto Magico di Mozart), Amore (“Orfeo e Euridice” di Gluck), collaborando, fra le altre, con l’orchestra dell’Opera di Lubiana, la Venice Baroque Orchestra, la FVG Mitteleuropa Orchestra, la Filarmonia Veneta.
Il Progetto
“L’amore per la libertà” è il titolo significativo del primo concerto del progetto TWOP – Trieste Wind Orchestra Project, che vuole riproporre le vicende dei nostri avi ovvero delle genti che hanno in un modo o nell'altro segnato la storia della nostra regione. Con questo programma si desiderano celebrare il centenario della Prima guerra mondiale e la caduta del fronte occidentale, due eventi che hanno influenzato direttamente o indirettamente sia le vite dei nostri antenati che quelle dei compositori.
La scelta dei compositori e delle opere suggerisce una sorta di omaggio all’artista introverso che, a proprio modo, attraverso le parole o la musica, porta un messaggio di amore e di pace al mondo.
L’elettrizzante inizio del XX secolo ha dato spazio a una moltitudine di artisti geniali che hanno collaborato con le bande militari che all'epoca erano molto popolari. Tutti i brani del programma hanno quale filo conduttore l’amore e presentano storie sentimentali emozionanti e commoventi, ripercorrendo eventi accaduti nel tumultuoso periodo a cavallo della Grande guerra.
Le storie belle si collocano sempre al di fuori del tempo e sono in grado di riflettere il passato, pur essendo rivolte anche al futuro. Si tratta di storie dense di significati che io stesso mi sento in dovere di trasmettere con un linguaggio semplice, chiaro e senza tempo, come lo è quello musicale.
Sono felice che in questo programma sia presente anche il compositore Fabian Perez Tedesco, triestino di adozione, che dedica al debutto dell’orchestra un suo nuovo lavoro ispirato alla storia toccante de “Il vero amore di Napoleone”.
"L’amore per la libertà"
Il periodo antecedente alla prima guerra mondiale può essere considerato oggi come il periodo della quiete prima o dopo la tempesta. All’epoca non era dato a sapersi quale piega avrebbe preso il mondo di allora. Già nel 1910 Rainer Maria Rilke scrisse: “Tutto è immobile, si sta fermando ed è in attesa”. Diversamente da questi cliché, i nostri territori attraversarono un periodo caratterizzato da tumulti e impeti, sfociato nel passaggio all’età moderna: Sigmund Freud stava esplorando l’inconscio, le donne davano inizio alla lotta per la parità dei diritti, la stessa musica si stava allontanando dai princìpi fondativi dell’armonia. Analogamente ai compositori, anche gli scrittori iniziarono a mettere in discussione il loro linguaggio, chiedendosi se fosse possibile esprimere tutto attraverso la lingua. Le opere degli scrittori austriaci quali Robert Musil, Arthur Schnitzler, Hugo von Hoffmannstahl e Bertha von Suttner divennero lo specchio di quei tempi e dei cambiamenti sociali dell’epoca. Arthur Schnitzler esplorò nelle sue opere la frattura tra la vita e la capacità d’espressione. Mentre i suoi personaggi vivono in sintonia con gli antichi valori della borghesia, il mondo si affaccia alla modernità e gran parte della vita di tali personaggi è diventata nient’altro che una mera facciata priva di motivazioni personali o morali. Tutto ciò che non appartiene a questa ipocrisia superficiale è stato rimosso e una parte significativa della vita è stata trasportata nella dimensione mentale. Così, Schnitzler nella sua novella "La signorina Else" è riuscito a raffigurare il divario tra la realtà interiore e quella esteriore, criticando la società artefatta e falsa che vive nella menzogna e nel desiderio egocentrico dell’uomo, al quale si trova subordinata la donna. Elsa, così sensibile e vulnerabile, si ritrova a un passo dalla morte incompresa a causa della duplicità del mondo che la circonda. Anche il protagonista di un altro racconto di Schnitlzer, il sottotenente Gustl, incentra tutta la propria immagine soltanto sull'uniforme che indossa a protezione dal mondo esteriore, rammaricandosi di non aver vissuto l'esperienza della guerra. Sentendosi minacciato da parte di un semplice fornaio, che ne avrebbe leso l'onore, non riesce a difendersi nemmeno sfidandolo a duello. Volendo preservare il suo onore, giunge al punto di non vedere altre soluzioni al di fuori del suicidio.
La morale ovvero l'assenza di morale della società dell'epoca viene magistralmente derisa da Schnitlzer nell'opera teatrale “Girotondo”, nella quale vengono messe a nudo la dinamiche apatiche del sesso, del potere, della seduzione, del desiderio, della delusione e dei ricatti sentimentali che sono comuni a tutte le classi sociali dal proletariato all'aristocrazia.
L'allora imminente dissoluzione della raffigurazione granitica del mondo rappresenta un motivo di turbamento per molti scrittori e scrittrici, fra i quali possiamo annoverare Bertha von Suttner, il cui spirito antimilitarista emerge già nel 1889 nel romanzo “Giù le armi”. Nelle opere successive la scrittrice descrive l'infausto destino delle donne e delle madri dei soldati caduti in guerra. La guerra è considerata una tragedia, seppure ritenuta un fattore necessario allo sviluppo da parte della morale borghese. Persino l'autore pacifista Stefan Zweig nella sua toccante autobiografia “Il mondo di ieri” (1942) lascia trasparire tra le righe un certo entusiasmo nei confronti della guerra.
La presenza e il ruolo delle donne nella società si stavano rafforzando anche attraverso l'utilizzo sempre più diffuso di un nuovo abbigliamento, segno dell'emancipazione, e di acconciature più corte; ciò, nonostante il disagio provato dal mondo maschile. Il messaggio femminile era chiaro: le donne non sono soltanto belle, semplici e passive, bensì sono alla pari dell'uomo. Dopo lo scoppio della guerra hanno dovuto dimostrare di essere capaci di vivere e lavorare autonomamente, tanto da poter riuscire a sostituire con successo il lavoro maschile nell'industria militare. Anche dopo la pubblicazione del romanzo “Giù le armi”, nel corso della sua vita Bertha von Suttner non ha mai smesso di lottare per la pace, pur essendo consapevole dell'infruttuosità della sua battaglia. Nonostante un secolo fa la gente ritenesse che con la guerra si potessero risolvere tutti i problemi, oggi fortunatamente ci rendiamo conto che non può essere più così. Soltanto con l'integrazione a livello europeo e grazie a un'intensa attività di cooperazione internazionale si può infatti costruire un modello di pace durevole e libertà. In tal senso non ci deve stupire quanto affermò Rainer Maria Rilke in una lettera, nella quale riassunse tutti i suoi “desideri per gli anni 1914, 1915, 1916, 1917 e seguenti” in una sola parola ovvero “pace”. Proprio con questo deciso messaggio di pace e come monito ai pericoli e alle tensioni generate dai due conflitti mondiali, senza tralasciare la dimensione attuale, nella quale si potrebbe nuovamente affacciare minacciosa una sorta di quiete prima della tempesta, con il progetto Trieste Wind Orchestra Project intendiamo presentare questo programma come un manifesto di pace, libertà, amore e amore per la pace.
Tutti i brani del programma presentano storie sentimentali emozionanti e commoventi di protagonisti stremati dagli eventi a cavallo della Grande guerra. Le storie belle si collocano sempre al di fuori del tempo e sono in grado di riflettere il passato, pur essendo rivolte anche al futuro. “Si tratta di storie dense di significati che io stesso mi sento in dovere di trasmettere con un linguaggio semplice, chiaro e senza tempo, come lo è quello musicale,” sottolinea nella prefazione al programma il direttore artistico e musicale dell'orchestra Simon Perčič.